Animale con patologia genetica comparsa dopo l'acquisto

Se ripreso dall'allevatore, quale sarà il suo destino?

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  1. Vjola
     
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    In un animale, ceduto con tanto di pedigree, può succedere che a distanza di tempo si manifesti qualche tipo di patologia di carattere genetico, anche se i test pre affido erano negativi.
    Può capitare, perché nonostante i controlli sul cucciolo e sui suoi ascendenti, c'è sempre una piccola parte di imponderabile.
    Ho visto che molti allevatori di gatti siberiani nel contratto di cessione si assumono l'impegno di procedere alla sostituzione del cucciolo qualora, entro un anno dall'acquisto, si manifestino patologie genetiche.
    Non so se tutti gli allevatori abbiano questa clausola e non so nemmeno se sia un obbligo o se ciò venga lasciato alla volontà dell'allevatore.

    Non sono a conoscenza di casi di questo tipo per quanto riguarda i gatti, ma di uno riguardante un cane, nello specifico una cucciola di setter con pedigree, ceduta da un allevamento in Toscana ad un cacciatore del luogo.
    Dopo alcuni mesi nella cagnolina hanno cominciato a manifestarsi i segni della displasia dell'anca.
    A quel punto l'acquirente ha contattato l'allevamento, che ha subito ripreso indietro la piccola, sostituendola con un animale sano.
    L'allevatore ha incaricato il veterinario di procedere all'eutanasia, perché nessun cacciatore avrebbe voluto quel cane.
    Il veterinario per fortuna ha chiesto una proroga di una settimana, per cercare di trovare una famiglia per la cagnolina.
    Quando oramai sembravano non esserci speranze, una ragazza che abita vicino a me è stata contattata da una sua amica toscana, che conosceva bene il veterinario e dal quale aveva appreso la storia della piccola.
    La mia vicina non ha messo tempo in mezzo, quel giorno stesso è partita per la Toscana, facendosi un viaggio di un migliaio di chilometri tra andata e ritorno.
    Così adesso la piccola ha trovato una famiglia ed un compagno di giochi: il vecchio setter adottato dal canile qualche anno fa.

    Quello che mi chiedo è: quale sorte attende un micio che venga ripreso indietro dall'allevatore a causa di patologie genetiche?
    L'allevatore se lo tiene, cerca di trovargli una famiglia, o che altro?
     
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  2. climacus
     
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    Non saprei risponderti.
    Nel mio caso ho quella clausola nel contratto. Tuttavia, incrociando il possibile, nell eventualità non darei mai indietro il mio Yaropolk! Ormai fa parte della famiglia, é un essere vivente e non un pezzo di ricambio qualsiasi. La sostituzione del cucciolo suona così male... anche nel malaugurato caso di una patologia mortale (tumori, FIP,...)
     
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    Anna&Anastasia

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    Ciao Vjola, ti ho risposto prima, ma vedo che non sono riuscita a postare... problemi tecnici...e cellulare vecchio!!! :wacko:
    Ad ogni modo dicevo, come Climacus, che mai darei via la mia Anastasia solo perché malata, ma capisco che sia una clausola che gli allevatori inseriscono per il benessere del micio.
    Infatti, per quanto selezionino i novelli genitori, un errore di valutazione si può sempre fare, e, con una clausola simile, il gatto verrebbe restituito all'allevamento e non lasciato alla famiglia, nel caso questo volesse abbatterlo.
    Purtroppo non tutti considerano gli animali di casa come membri effettivi della famiglia e, in caso di malattia, i membri della famiglia si curano, non si abbandonano.
    Posso dirti che conosco cacciatori che, piuttosto di abbandonare il loro cane, ormai vecchio ed inadatto alla caccia, e non potendo tenerne due, si sono tenuti il "vecchietto" e hanno rinunciato alla caccia stessa.
    In caso di un gatto "restituito" per motivi di salute, il suo destino dipenderà dall'allevatore. Tutti quelli che conosco non abbandonerebbero certo il micio, ma lo terrebbero con loro o gli cercherebbero una famiglia adottiva, in grado di fornirgli le cure necessarie e tutto l'affetto possibile.
     
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    La clausola di solito c'è nel contratto, e mi sembra giusto trattandosi comunque di una compravendita, (anche se è brutto il termine, trattandosi di un essere vivente) chi paga un certo prezzo ha diritto a determinati requisiti.
    Nella pratica penso che pochi chiedano all'allevamento di sostituire un cucciolo al quale si sono già affezionati, non è più una questione di soldi, quasi ci si dimentica di averlo pagato.
    Un bravo allevatore troverà sicuramente una sistemazione adeguata al cucciolo o lo terrà in allevamento.
     
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  5. Vjola
     
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    La penso esattamente come voi e anch'io mi terrei il micio senza ombra di dubbio.
    Le persone che, come voi e come tantissimi altri, amano veramente i propri compagni animali, li considerano membri della famiglia a tutti gli effetti; sono dei figliolini...col pelo!
    Una mamma o un papà degni di questo nome non rifiuterebbero mai un figlio perché è malato, anzi gli darebbero ancora più amore.
    Il comportamento del cacciatore di cui ho parlato mi ha fatto rabbrividire; per fortuna che ce ne sono che invece amano per davvero il proprio cane, ne conosco anch'io.
    E mi ha fatto rabbrividire anche la decisione dell'allevatore di sopprimere la cagnolina, senza pensarci due volte.
    Meno male che la piccola ha incontrato un veterinario che si è dato da fare per cercare qualcuno che la adottasse.
    La ragazza che si è fatta tutti quei chilometri per andarla a salvare è davvero da ammirare; non tutti se la sarebbero sentita.
     
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  6. codamorbida
     
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    Vjola anche in questo caso bisogna distinguere. Non credo che l'allevatore di cui parli sia degno di tale nome...per quanto riguarda i cacciatori anche qui dipende dalla persona.Certo è interessante osservare tanta empatia per il proprio cane ma non per le bestiole uccise per diletto.
    Molti contratti di cessione riportano questa clausola,ma come ti hanno sottolineato il micio non viene abbattuto se non in caso di gravi sofferenze relative ad una malattia terminale che non gli lascerebbe comunque scampo, ma riaffidato a chi se ne prenderà buona cura.
    E' risaputo infatti che certa gente al primo intoppo li abbandonerebbe senza pietà non volendo neppure spendere per le cure. Anche se secondo me la differenza la fa la selezione dell'adottante che deve essere il più accurata possibile (ma ci si può sempre sbagliare!)
    Detto questo la maggior parte dei proprietari anche in caso di patologia genetica non restituirebbe mai il proprio micio in cambio di uno sano in quanto, giustamente, lo vede per quel che è: il proprio amore peloso e membro effettivo della famiglia.
    A tal proposito il contratto oltre alla clausola della restituzione, che è facoltativa, ne puo' contenere altre a tutela del micio.il mio è di oltre due pagine e l'adottante si obbliga a curare il micio da tutti i punti di vista: alimentazione mirata, visite di controllo e vaccinazioni, divieto di limitarli in una stanza o rinchiuderli se non in caso di prescrizione medica, divieto di lasciarli soli oltre le 24 h, divieto di eutanasia se non per gravissime malattia da accertare etc etc etc...
    Senza dubbio un contratto scritto da chi i propri mici li ama davvero.
     
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  7. Vjola
     
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    CITAZIONE (codamorbida @ 16/1/2017, 15:29)
    Certo è interessante osservare tanta empatia per il proprio cane ma non per le bestiole uccise per diletto.

    E' una cosa che non ho mai capito!

    Sarah, un contratto con quelle clausole denota, come hai detto tu, che è un allevatore che ama davvero i suoi mici.
    Però come può essere certo che l'acquirente lo rispetterà?
    Procedono a verifiche periodiche?
    Non si può mai escludere l'eventualità, anche se rara, rarissima, che ci sia un acquirente inosservante degli impegni presi.

    Mia madre aveva adottato un gattino meticcio al canile e aveva firmato il documento di affido, impegnandosi anche a consentire controlli senza preavviso.
    Dopo un po' di tempo, mia madre non ci pensava neanche più, si era presentato un addetto, che quando ha visto il gatto spaparanzato sul tavolo del soggiorno non ha indagato oltre, a parte controllare se fosse stato castrato.
    Alla successiva visita il micio aveva già un paio d'anni e stava dormendo tranquillamente sul lettone; dopo quella volta non ci sono più stati controlli.
     
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  8. codamorbida
     
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    Allora intanto si fa una scrematura tra i pretendenti .I micini non vengono affidati a chiunque ne faccia richiesta: si escludono coloro che non danno garanzie , non possono dargli le cure e l'ambiente richiesto. O semplicemente chi non è d'accordo sulle clausole, che di fatto escludono già persone non in linea.
    Un allevatore non è un venditore di gatti, per ognuno di loro cerca la famiglia più idonea a cominciare dal carattere del piccolo. Se gli adottanti hanno figli si valutano anche loro: che siano educati, rispettosi degli animali e ben gestiti dai genitori.
    Poi per contratto, valido a tutti gli effetti di legge, l'adottante oltre ad essere obbligato a fornire tutti i suoi dati e documenti si impegna ad inviare costanti notizie del micio e aggiornamenti fotografici, a riferirsi all'allevamento per qualsiasi problema e ovviamente a inviare certificato di avvenuta sterilizzazione nei tempi stabiliti.La messa in sicurezza di terrazzi e finestre può essere valutata anche in foto e viene sempre richiesta, pena il rifiuto di cessione del micio.
    Nella stragrande maggioranza si creano delle amicizie e l'allevatore viene visto come un punto di riferimento ...anche se non è poi raro che un allevatore, intuito che qualcosa non va, vada a riprendersi il micio.
    Comunque per quanto mi riguarda alla mia prima adozione l'allevatrice si è fatta sentire dopo pochissimo per avere notizie mie e di codamorbida. Una notizia infatti c'era e cioè che ne ero sempre più innamorata minuto dopo minuto.Ed è ancora cosi...
     
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7 replies since 13/12/2016, 23:14   263 views
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